
Poke Nikkei Peruviano, la vera ricetta per il successo
Un vero scrigno di colori vivaci, sapori autentici e texture uniche
Il distillato conteso
Bevanda nazionale in Perù, anche se è molto conosciuto anche in Cile. La sua diffusione in tutto il mondo sta crescendo e da poco anche l’Italia ne sta apprezzando le qualità.
Se lo contendono Perù e Cile. Entrambi i Paesi, infatti, producono il pisco e ne rivendicano la paternità. Prevale però la matrice peruviana, dove il distillato è anche bevanda nazionale e nel 1988 è stato riconosciuto patrimonio culturale di tutta la nazione. Ma le dispute non finiscono qui. Restando in Perù, c’è un’altra “lotta” che coinvolge due correnti: una convinta che l’uva dalla quale deriva il distillato fosse già coltivata al tempo degli Inca (XIII secolo), e l’altra (più credibile) pronta a rivendicare che l’uva sia stata portata dagli spagnoli alla fine del XVI secolo. Il nome pisco deriva dall’omonima città portuale a 200 chilometri dalla capitale Lima, da cui partivano le navi, con a bordo le bottiglie, dirette alle altre colonie.
Ma cos’è esattamente il pisco? È un distillato dal gusto intenso e dal colore trasparente, si ottiene da mosto fermentato di uve Italia, Moscatel, Torontel e Albilla, se aromatico, o da uve Quebranta, Negra Criolla, Mollar e Uvina se non aromatico. Si beve liscio, a piccoli sorsi, a una temperatura che va dai 12° ai 16° ed è l’ingrediente principale del Pisco Sour, il cocktail nato negli anni Venti nel Morris Bar, un locale di Lima gestito da un barman americano. La ricetta? Pisco, succo di limone, zucchero, bianco d’uovo, due gocce di angostura e ghiaccio.
In Perù la produzione di pisco è in costante aumento: nel 2002 era di 1,64 milioni di litri, ora è a quota 8 milioni. Le aziende produttrici sono circa 500, che lo esportano in una quarantina di Paesi di tutto il mondo. E da poche settimane, tra questi, c’è ufficialmente anche l’Italia. Il battesimo tricolore del pisco è avvenuto a Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati che si tiene ogni anno a Verona a fine marzo: per la prima volta c’era lo stand gestito dall’Ufficio commerciale del Perù in Italia. Ed è stato proprio il pisco a catturare i gusti del pubblico.
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