
La cucina asiatica e le tradizioni vegane
La cultura culinaria asiatica racchiude in sé tantissime ricette sia vegane che vegetariane. Per la realizzazione di questi
Ma non solo: questa stessa molecola ha anche un effetto ricostituente del sistema nervoso centrale. Per questo la soia sembra essere un ottimo preventivo contro la degenerazione che porta al morbo di Alzheimer, tanto che i preparati a base di lecitina di soia sono utilizzati per prevenire l’affaticamento mentale e rinforzare concentrazione e memoria.
Le mille preparazioni di cui è protagonista rendono la soia davvero versatile. Da essa si ottengono latte e yogurt di soia, tempeh, tofu, natto, miso e alcune salse. Tra queste c’è naturalmente il shoyu, cioè la comune salsa di soia nota a chiunque frequenti ristoranti cinesi e giapponesi. Ottenuta dalla fermentazione di semi di soia con frumento tostato, acqua, malto, sale e lievito. Salata e capace di esaltare il sapore dei cibi orientali e di mascherare in parte il sapore pungente del pesce crudo nella cucina nipponica, il shoyu è disponibile in due versioni. Una versione light da impiegare come condimento e in una dark, particolarmente amara e dal retrogusto di liquirizia, usata in cucina. Un’altra salsa di soia usata in cucina è il tamari: densa e proteica, è utilizzata per insaporire riso, pesce, verdure e zuppe.
Sempre più apprezzata dai consumatori, specie da chi non tollera i latticini, è la bevanda a base di soia impropriamente chiamata latte, ottima a colazione, ma anche in cucina. Il latte di soia può essere impiegato per l’alimentazione dei neonati, durante lo svezzamento e in molte diete. Rispetto a quello vaccino non contiene lattosio, è meno calorico, contiene un quantitativo quasi doppio di proteine e meno grassi.
Grande successo di pubblico riscuote anche il tofu, un “formaggio” che si ottiene cagliando il latte di soia. Si presenta in forma solida, è di colore bianco, ha un sapore delicato e insipido: per questo viene sempre accompagnato ad altri alimenti più saporiti, come erbe e spezie, e può essere cucinato sia salato sia dolce.
Simile nell’aspetto è il tempeh. Pasta ottenuta riducendo in poltiglia i fagioli di soia, questo ingrediente della cucina vegana viene lasciato fermentare per un giorno intero: così conserva tutte le qualità nutrizionali, il suo alto contenuto di fibre e vitamine e un sapore robusto e vigoroso. Va conservato in acqua salata e viene cucinato a fette con salse piccanti, al vapore, fritto o come condimento di pasta o riso.
Il miso, infine, è una pasta densa di colore scuro utilizzata per la preparazione di minestre nella cucina giapponese e in quella macrobiotica. Si ottiene facendo fermentare una pasta di semi di soia e riso con sale.
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